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IN RICORDO DI MIRELLA MACERA

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Mirella

Scompariva dieci anni fa, il 16 marzo 2010, Mirella Macera, funzionario architetto della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Piemonte, straordinaria collega ed amica.

Nata ad Avezzano in Abruzzo nel 1951, si era laureata in architettura a Firenze nel 1975, avvicinandosi con passione alla disciplina del restauro. Dopo un periodo di lavoro nell’area friulana provata dal sisma, iniziava nel 1977 l’attività presso la Soprintendenza torinese, al cui interno sarebbe rimasta per i successivi 33 anni, interprete e protagonista di una straordinaria stagione di rinnovate iniziative di studio e tutela, di grandi restauri e di restituzione e musealizzazione delle Residenze Sabaude.

Incaricata fin dai primi anni della tutela della provincia di Cuneo, Mirella vi avviava iniziative importanti, di conoscenza, tutela e conservazione, ognuna improntata ad una visione rinnovata e dinamica del patrimonio culturale e supportata da una grande capacità di relazione con le realtà territoriali; fra i tanti cantieri, quelli alla Chiesa di San Francesco a Cuneo, al Duomo di Saluzzo, al Santuario di Vicoforte, all’Abbazia di san Costanzo al Monte.

Nel 1982 assumeva i primi incarichi relativi al Castello di Racconigi, di cui sarebbe divenuta Direttore dodici anni dopo ed in cui abitava, nella piccola Casina del Cacio in fondo al parco. Alla sua tenacia e passione si deve la riapertura del Castello al pubblico nel 1989, ed il recupero e restauro degli appartamenti di rappresentanza al piano nobile e di quelli minori (l’Appartamento dei Principini, quello delle Balie); alla sua capacità e creatività le molte mostre, spesso invernali, capaci di rievocare la vita, le suggestioni ed i personaggi del passato. Mirella poneva identico impegno nell’affrontare il restauro del grande parco, avvicinandosi a quella che sarebbe divenuto un tema dominante dei suoi studi e della sua attività: la conservazione e la cura dei parchi storici. L’attribuzione nel 2010 del premio di “Parco più Bello di Italia” al Parco Reale di Racconigi ne riconosceva gli eccezionali risultati e premiava la capacità di restituire una perfetta interazione tra il Parco ed il suo territorio, attraverso opere di restauro e conservazione, ma anche grazie all’inserimento di attività capaci di riportare il parco alla sua originaria vocazione di luogo di loisir e di tenuta agricola per produzioni di eccellenza.Girasoli

Dagli anni ‘90 affrontava i impegnativi cantieri di restauro: quello della Reggia di Venaria Reale e quello della Sindone. L’incendio della cappella di Guarini nel 1997 le imponeva il confronto con uno temi più ardui della storia delle Soprintendenze torinesi: garantire la sopravvivenza della Cupola ferita, fino dalla prima fase emergenziale; obiettivo di grande complessità, perché era ben nota la piena e straordinaria complessità dell’architettura, su cui le fiamme avevano infierito fino ad invalidarla. Nell’ultimo decennio di vita, assumeva la responsabilità del difficile processo di riabilitazione, impostando estese attività di conoscenza e ricercando percorsi e metodi capaci di restituire resistenza alla struttura guariniana. A quest’impegno, davvero gravoso, affiancava quello a favore della Reggia di Venaria Reale ed in particolare dei giardini che riproponeva in un nuovo disegno, capace di tener conto della memoria dei giardini barocchi , ma anche delle moltissime distruzioni, ricostruzioni e perdite in un nuovo eloquente disegno di insieme. Nei giardini rinnovati inseriva opere d’arte contemporanea evocative a proporre un serrato dialogo tra le monumentali preesistenze e la nuova realtà.MirellaRacconigi

I Giardini della Reggia di Venaria, oggi ripopolati e fioriti, sono la più efficace testimonianza del suo operato, sempre teso non alla sola conservazione, ma alla restituzione del patrimonio culturale all’uso, alla vita ed a nuove importanti funzioni. Ed è nella cornice dei suoi giardini che ci piace ricordarla, con un’intervista rilasciata nel 2009 che la ripropone solare, colorata e sorridente com’era. Nella certezza che rimarrà a lungo un riferimento ed un’ispirazione per chi si occupa ed appassiona alla tutela ed alla salvaguardia del nostro patrimonio.

 

Luisa Papotti

Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio

per la città metropolitana di Torino

 

 

 

 

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